“IN CALABRIA NON C’E’ LIBERTA’.
MA E’ L’ITALIA, LO STATO DOV’E’?“


E’ il titolo dell’articolo di Enrico Fierro su il FATTO QUOTIDIANO che denuncia il motivo delle dimissioni della d.ssa Maria Carmela Lanzetta , sindaco di Monasterace – Calabria sottoposta ormai da più tempo al ricatto della criminalità ‘ndranghetista : la più spietata tra le mafie italiane .

Dei mali calabresi avevamo scritto solo pochi giorni addietro consapevoli che la lotta al “vero” male della Calabria , ormai dell’Italia, non lo si sconfigge solo attraverso l’impegno della Magistratura , delle Forze dell’Ordine - molte spesso lasciati isolati quando non si arriva a ridurne i mezzi finanziari , la possibilità delle intercettazioni , o si introducono le prescrizioni ed ogni altra normativa che rende difficile ogni azione di prevenzione -.

Sempre più attuali appaiono oggi le riflessioni di un caro ed indimenticabile maestro-amico: Nicola Zitara : …. “ ormai qualunque diritto è trattato come un non-diritto ,qualunque interesse legittimo diventa legittimo soltanto se riceve una qualche benedizione, e qualunque situazione amministrativa è costruita rispettando la forma giuridica e rifiutando la sostanza normativa.Siamo di fronte ad una autentica collocazione di “classe”, nella quale la “ classe corrotta” esercita il controllo della società locale, in nome proprio e per conto della parte dominante de Paese. La norma tradizionale consistente nel rispetto delle regole è rovesciata nella nuova norma, secondo cui chi rispetta le regole finisce con il creare delle difficoltà all’intera collettività. Colui che si richiama alla legalità formale rompe il sistema e viene rifiutato come estraneo. Cioè il mutualismo di villaggio si è spento ed il mutualismo corrotto ne ha preso il posto. Diversamente dal passato . la cosca politica attuale non è esclusiva, ma espansiva, in quanto è rivolta a raccogliere il consenso che deve rifluire verso i centri del sistema dominante.”

Alla dott.ssa Lanzetta , sindaco di Monasterace di Calabria, perverranno infiniti messaggi di solidarietà soprattutto dalla classe politica , da quella classe politica ormai assurta a “ coccodrillo dal pianto facile “ che avrebbe la possibilità di intervenire legislativamente perché è dalla loro possibilità legislativa che può essere combattuta ogni forma di criminalità specie quella dei “ colletti bianchi “ che è origine e causa d’ogni forma di illegalità e che rappresenta il vero collante della corruzione collaborativa.

E’ la politica che avrebbe i veri mezzi per combattere la “ mafia “ ed ogni forma di corruzione ma è la politica che sembra essere diventata sorda, muta e cieca ad un “problema “ che potrebbe essere combattuto e vinto solo se ne avesse la “ Volontà”. Le prossime elezioni amministrative possono rappresentare la “cartina di tornasole”. Ma io non ci spero !

Sergio Scarpino